Alla ricerca dello spirito (di vino) dell’Umbria
Sentiamo sempre più spesso parlare di territori usando definizioni che ne descrivono caratteri naturalistici, paesaggistici, culturali.. E’ un fenomeno che si collega ad un’attenzione crescente e globale alla tutela e salvaguardia ambientale, alla sostenibilità, alla green economy…
In questo contesto si sente sempre più parlare dell’Umbria come “categoria dello spirito”, per intendere un territorio di una bellezza talmente indefinibile da sembrare sfuggente. Una bellezza impareggiabile per un piccolo territorio, senza sbocchi al mare, quasi esclusivamente collinare, puntinato di borghi antichi e con una millenaria vocazione per l’arte e la spiritualità.
L’Umbria è uno dei territori che ha conosciuto, in questo clima generale, una straordinaria fortuna a livello nazionale e internazionale; ancora più marcato nella lunga pandemia di questi mesi che ha favorito il turismo di prossimità e ha consentito di scoprire o riscoprire luoghi spesso trascurati. Non solo, il ritorno alla natura e alle bellezze ambientali e paesaggistiche ha premiato “il cuore verde d’Italia” come mèta privilegiata ed esclusiva.
Noi di Umbria Wine Club abbiamo trovato naturale abbinare l’Umbria “categoria dello spirito” (dal latino, spirĭtus –us, cioè soffio, respiro, spirito vitale) con lo spirito di vino, che Paracelso, nel XVI secolo definì quintessenza e parte essenziale e più nobile del vino, ovvero alcohol vini.
Curiosa e forzata sovrapposizione che definisce l’Umbria territorio fertile per una nuova stagione di sviluppo legata alla terra e in particolare alla cultura del vino.
La nostra esperienza di Club ci ha regalato una visione delle potenzialità infinite e inespresse di questa regione dove il vino rappresenta il simbolo del legame fortissimo tra tradizione rurale (l’Umbria regione agricola) e innovazione produttiva, organizzativa e culturale.
Una prima sintesi ha fatto emergere tre fattori importanti su cui lavorare tutti insieme, enologi, cantine, operatori del settore, commerciale, cultori ed appassionati del vino:
- Bisogna valorizzare il grande patrimonio di innovazione che in questi anni ha caratterizzato lo sviluppo in Umbria di tante positive realtà legate al mondo del vino. Soprattutto per quanto riguarda l’esperienza dei giovani e delle donne.
- Bisogna “fare squadra”; abbandonare tutte le filastrocche del passato: “piccolo è bello”, “splendido isolamento”, “chi fa da sé…”. Favorire momenti di incontro e collaborazione funzionale, coordinare le iniziative di promozione del territorio, organizzare consorzi e reti di imprese sia orizzontali che verticali.
- Bisogna lavorare ad un grande piano di comunicazione che promuova il “Marchio Umbria” proprio a partire dall’utilizzazione del marketing digitale, e-commerce, social media….
Per questi punti in particolare è urgente un piano regionale incentivante di cui si facciano promotori le istituzioni locali, le associazioni e i privati, a partire da un punto cruciale: la formazione nel campo dell’accoglienza e della valorizzazione del territorio.
Umbria Wine Club lancia la sfida!